Ciao bella gente mi chiamo Gioia, dicono di nome e di fatto, chissà. Sono un’appassionata della bellezza che ci circonda, dei dettagli, di ciò che non si vede e dei piaceri della vita, tra cui il cibo che sarà il protagonista in tutti i post che leggerai qui. Autodidatta, pratico la fermentazione da molti anni, in particolare lattofermentazione.
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“di ciò che non si vede” – cosa non vediamo? e perchè?
A volte siamo distratti
A volte siamo presi da altro che ci incuriosisce
A volte hanno dimensioni tali da non poter essere visti ad occhio nudo, come i batteri.
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Siamo la somma di tutti i nostri batteri buoni, dice la scienza.
Viviamo nell’epoca dell’Amuchina e dei disinfettanti, eppure la nostra esistenza deriva proprio dalla loro evoluzione! I batteri, che sono state le prime forme viventi sulla terra, li troviamo ovunque.. Nell’acqua. Nell’aria. Nel suolo. Nel nostro corpo. Pensate che solo nell’intestino ne ospitiamo circa 100 trilioni!..
Curiosità: i batteri non digeriscono al loro interno come noi, ma producono degli enzimi che rilasciano nell’ambiente (proteasi, amilasi e molte altre) che vanno a trasformare determinate molecole, in altre molecole che poi riescono ad assimilare.
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Per quest’anno ho una missione, anzi due:
- farti conoscere questo mondo invisibile
- farti fermentare almeno un barattolo di verdure
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Se stai pensando che per fermentare ci sia bisogno di un laboratorio sterilizzato, di temperature controllate, di attrezzature specifiche e quant’altro, ti sorprenderà scoprire che non è affatto così. Tutti i processi di fermentazione sono iniziati prima della tecnologia e non sono un’invenzione umana, sono fenomeni naturali che col tempo abbiamo osservato e poi imparato a replicare.
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Ma… il botulino?
Questo batterio si nutre principalmente di substrati proteici e lipidici presenti in sott’olii, mascarpone, yogurt cremosi e grassi che non saranno presenti nei fermentati, ed è inattivo in ambiente con il pH al di sotto di 4.6; i nostri lattofermentati, avendo per loro natura un PH che va dal 4.5 al 3.5 ci garantiscono un ambiente sufficientemente acido affinchè il botulino non possa proliferare.
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Curiosità: il Clostridium botulinum è stato scoperto in seguito a un focolaio di botulismo alimentare associato al consumo di salsiccia, da lì la malattia prenderà il nome dal termine latino botulus (salsiccia).
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Ci vediamo nella tua cucina!
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Kandinsky
“Blu di Cielo”
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